"Champagne for my real friends. Real pain for my sham friends" (used as early as 1860 in the book The Perfect Gentleman. Famously used by painter Francis Bacon)



lunedì 20 agosto 2012

NOEL GALLAGHER (Piccole riflessioni su musica, stile e vita)


NOEL GALLAGHER
(Piccole riflessioni su musica, stile e vita)




C’è un artista che parla bene di altri artisti, in particolare parla bene di Paul Weller e di Morrissey.
Certo con il fratello ...

Io non credo in Dio, e nemmeno ne The Beatles: parafraso John Lennon (poveretto, senza Paul McCartney sarebbe stato davvero grande. Seriamente) e al 50% Nietzsche (in cui credo).
Però mi inchino a Noel Gallagher. Nonostante, appunto, la sua reverenza per i Fab Four e il fatto che un capolavoro come “The Masterplan”, creato in seno agli Oasis ([1]), abbia una ispirazione cristiana.


Noel Gallagher è un apparente ossimoro: formalmente sembra nulla; sostanzialmente è monumentale (eppure con umiltà ammette di essere sulle spalle dei giganti).



Da vero signore, oggi riconosce l’onore delle armi ai Blur, che in retrospettiva non furono né i nuovi The Kinks, né i nuovi The Small Faces ...



Sornione ([2]), ma non troppo perché con la scusa dell’acustico divenne una sorta di Brian Wilson mancuniano entro gli Oasis in perenne turbolenza di formazioni.



Mi piace la faccia di Noel Gallagher: quel naso un po’ aquilino ([3]) un taglio di capelli da neanche dieci sterline, gli occhi vivaci.



Poi c’è l’abbigliamento: il casual da posti “popolari” allo stadio è il fratello Liam.
Lui in realtà dichiara di sapere esattamente come potrebbe vestirsi ma non lo fa. È un professionista del virtual facing, che è il modism estremo (Paul Weller non ci riesce sempre e cade nel ridicolo; a David Bowie si perdonano debolezze; Keith Richards è l’unico che può permettersi di indossare una maglietta con il proprio volto; John Cale ([4]) e Lou Reed, templari sonici, indossano la regola che loro stessi hanno professato) ([5]).



Davvero un bel tipo Noel Gallagher. Perché ancora ci si domanda cosa saprà scrivere e interpretare.



Cercate le sue apparizioni come ospite (una serie di interventi con Paul Weller, i due con chitarre acustiche strappano la pelle, massimamente. Fate dunque un poco di trainspotting) e anche le cover (un album molto bello pubblicato solo in Giappone anni fa di tributo a The Jam intitolato Fire & Skill per me merita la spesa sino a una trentina di sterline per la bellezza delle versioni ivi raccolte, fratelli Gallagher inclusi ([6])).


E siccome comunque una screziatura di refined laddism scorre anche nelle mie vene, se proprio l’umore gira male i primi due album degli Oasis sono un ottimo anestetico.
Do you know what I mean?


                                                                                                                      Steg

 
 
POST SCRIPTUM
 
Nella pletora di documentari che si possono rinvenire, segnalo, senza alcuna pretesa di definitività, la recente (2012) e articolata (quasi un’ora) intervista rilasciata a Mark Lawson della BBC: https://www.youtube.com/watch?v=LDF9pe_uFoA (“Mark Lawson talks to Noel Gallagher”) e la più breve ma altrettanto illuminante conversazione con Gary Byrne: https://www.youtube.com/watch?v=4ODcuQirKs0 (nella serie “The Meaning of Life”).
 
 
                                                                                                                      Steg

Noel Gallagher con la fascia regalatagli dal capitano "Vinnie"
dopo la vittoria del titolo 2014 di Premier League da parte del Manchester City
(11 maggio 2014)

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[1] Seguirà un post su di loro.
[2] Chi non sa che l’autore-compositore è quello che guadagna, difficilmente diverrà ricco in ambito musicale.
[3] Avete notato la carenza di nasi maschili significativi negli ultimi decenni? Dopo Fausto Coppi mi viene in mente solo Jean Reno.
[4] Altro “bel” naso.
[5] Non potevo mettere in nota questo fra parentesi, suvvia.
[6] Sebbene parrebbe che il CD sia tratto da una copia molto ben conservata del vinile.

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